Yoga Terapia e Mindfulness Somatica
#2 Comprendere gli Schemi Unici della Tua Mente
Nel post precedente, abbiamo esplorato l’importanza di onorare la saggezza del proprio corpo—imparare ad ascoltare i suoi messaggi, a riconoscere le sue sensazioni come portatori di informazioni preziose piuttosto che ostacoli da superare. Anche quando non ne siamo consapevoli, la mente interpreta e reagisce a questi messaggi.
Nella yoga terapia, comprendiamo che il disagio mentale non esiste in maniera isolata.
Vive come un ciclo continuo tra samskara (impronte profondamente radicate) e vritti (fluttuazioni della mente).
I samskara sono impronte latenti che risiedono nel profondo del nostro subconscio, condizionando inconsciamente le nostre percezioni, emozioni e azioni. Ogni volta che ci comportiamo guidati da questi samskara, creiamo vritti—onde di pensiero e turbamenti emotivi—che a loro volta scavano più profondamente il solco dell’impressione originale. Il vritti rafforza il samskara, il samskara genera nuovo vritti: è una ruota che gira su se stessa, guadagnando slancio fino a diventare i nostri schemi abituali di risposta alla vita.
Questi samskara non sono concetti astratti conservati da qualche parte nella coscienza; sono codificati nei tessuti stessi del nostro corpo, nei pattern di tensione che portiamo, nei ritmi respiratori che abbiamo inconsciamente adottati, nelle abitudini posturali che plasmano il modo in cui incontriamo il mondo.
Quando sorge l’ansia, non si annuncia come un pensiero. Quando ti rendi conto di essere ansioso, il tuo petto è già stretto, il tuo respiro superficiale e alto petto, le tue spalle si sono avvicinate alle orecchie. Ora la mente crea la storia, il vritti che chiamiamo “pensieri ansiosi”. Questo vritti poi rinforza il pattern corporeo, approfondendo il samskara. E il ciclo continua, ancora e ancora.
Ecco perché analizzare gli schemi e comprenderne le origini in maniera razionale, pur essendo un esercizio prezioso, raramente crea un cambiamento duraturo. Il samskara vive negli strati del nostro dell’essere, nel corpo energetico e fisico, in pranamaya kosha e annamaya kosha, non solo in manomaya kosha, lo strato mentale.
Per interrompere il ciclo, dobbiamo lavorare dove effettivamente risiede: nel soma, il corpo vivente e senziente.
Svadhyaya: Auto-Studio Attraverso la Saggezza del Corpo
La pratica di svadhyaya – studio del Sé senza giudizio — cambia quando viene affrontata somaticamente.
Impari a notare: “Quando sono ansioso, il mio respiro si muove così. Le mie spalle si tengono così. La mia pancia diventa così.”
Ci volgiamo verso l’interno, non per fuggire dal corpo, ma per ascoltarlo finalmente.
I tuoi schemi mentali sono unici come la tua impronta digitale perché sono plasmati dalla tua esperienza vissuta, conservati nel tuo sistema neuromuscolare, espressi attraverso il tuo sistema nervoso autonomo. Due persone possono portare l’ansia dentro di sé in modi completamente diversi. L’ansia di una persona potrebbe manifestarsi come rajas (attività eccessiva)—pensieri frenetici, irrequietezza, incapacità di calmarsi. Altri potrebbero esprimerla come tamas (inerzia)—incapacità di agire, mente annebbiata e ottusa. Stessa ‘etichetta’, eppure il prakrti (temperamento) e vikrti (stato di squilibrio) sono completamente differenti.
La neuroscienza moderna conferma ciò che gli yogi hanno insegnato per millenni: il nostro sistema nervoso e soprattutto il nervo vago, il canale principale di comunicazione tra corpo e cervello, trasporta molte più informazioni verso l’alto (dal corpo al cervello) che verso il basso. Il cervello riceve costantemente segnali dai visceri, dai muscoli, dalla frequenza cardiaca, dal respiro. Questi segnali plasmano il tuo stato emotivo, i tuoi schemi di pensiero, la tua percezione di sicurezza o minaccia.
Il Corpo Ricorda Ciò Che la Mente Vuole Dimenticare
La depressione non è solo tristezza—è la pesantezza nelle tue membra, il collasso nel tuo petto, il respiro che a malapena si muove.
In termini yogici, questo è tamas che domina il sistema: prana (energia vitale) diventa stagnante, incapace di fluire. Infatti l’intero sistema energetico è ‘sotto regolato’.
Il trauma emotivo non perseguita solo i tuoi ricordi. È conservato nella tua mascella serrata, nelle tue spalle in guardia, nel tuo corpo che non si sente mai veramente al sicuro. Gli Yoga Sutra descrivono come dukkha (sofferenza o disagio) colpisca tutti e cinque i kosha o strati dell’essere.
Il trauma emotivo crea uno stato di allerta perpetua. Il corpo rimane in prontezza difensiva. Il sistema nervoso simpatico resta cronicamente attivato, incapace di ritornare allo stato parasimpatico di riposo.
Ecco perché asana (posture) e pranayama (regolazione del respiro) offerti nella yoga terapia, non sono semplicemente esercizi fisici, ma interventi diretti nel ciclo samskara-vritti. Quando allunghi consapevolmente la tua espirazione, non stai solo cambiando il tuo respiro; stai inviando nuove informazioni attraverso il sistema nervoso, spostando l’energia ascendente dell’ansia verso l’energia più discendente e radicante del rilascio. Quando pratichi un leggero piegamento all’indietro e senti il tuo petto aprirsi, non stai solo allungando i muscoli; stai interrompendo il pattern posturale della depressione, permettendo a prana di fluire diversamente, creando la possibilità che nuovi vritti emergano.
Non esiste una prescrizione universale. La pratica deve essere adattata al prakrti (temperamento) unico di ciascuno, all’attuale e vikrti (stato di squilibrio) e ai samskara specifici. Questo è ciò che osserviamo nell’applicazione intelligente della yoga terapia e della mindfulness somatica.
Lavorare con il Tuo Schema Unico
La ricerca dimostra che la yoga terapia migliora la funzione esecutiva riportandoci in equilibrio. Questo avviene attraverso l’offerta di esperienze somatiche sicure che permettono al sistema nervoso di ricalibrare, ai samskara di ammorbidirsi gradualmente, ai vritti di trasformarsi naturalmente.
Il Tuo Corpo Custodisce la Chiave della Guarigione
Quando onori la saggezza del tuo corpo (principio #1), hai accesso a comprendere gli schemi della tua mente attraverso l’esperienza somatica (principio #2).
Chiudendo il cerchio con la coltivazione della connessione col cuore (principio #3, che approfondiremo nel prossimo post), qualcosa in te si trasforma: smetti di lottare contro te stesso per iniziare a relazionarti con compassione e intelligenza con ciò che realmente sei.
Questi tre principi non operano in isolamento. Funzionano come un’unica pratica integrata: il corpo che cerca equilibrio, la mente che si trasforma attraverso l’esperienza somatica, e il cuore che si apre alla connessione autentica con te stesso e con gli altri.



